Da tempo penso alle continue domande che ricevo sulle pomate da applicare sulle zone interessate dal dolore. Credo che il racconto che segue sia utile per esporre il mio pensiero sulle pomate e sulle creme per i dolori muscolo-scheletrici.
Diverso tempo fa arrivò in studio un informatore farmaceutico desideroso di farmi conoscere alcune creme per sfiammare i dolori muscolo scheletrici. Chiarii subito che non utilizzavo tali prodotti perché non sono formato professionalmente in materia e che la mia specializzazione è l’ambito del movimento del corpo.
Comunque lo feci accomodare per ascoltare cosa avesse da esporre. Del resto, faccio sempre così, ascolto chiunque abbia qualcosa da proporre attinente al mio lavoro.
Esordì subito con l’affermazione che la pomata aveva un alto potere antinfiammatorio:
“Consideri che ho curato il mio dolore al polso con questo prodotto, è davvero eccezionale, ha sfiammato subito il dolore”.
Per deformazione professionale, non credendo alla storiella del “dolore uguale infiammato” e alla “panacea degli antinfiammatori” mi venne spontaneo domandare: “Il dolore al polso è in questo punto?”
“Sì”, rispose lui.
“Per caso lei suona la chitarra?”
“Come fa a saperlo?”
“Perché questo dolore è tipico di chi suona la chitarra per molto”.
Rimase colpito dall’analisi e affermò:
“Si, mi esercito molto! Da cosa lo capisce?”
“Da come muove il polso, è limitato, non ruota completamente. Deve sapere che la valutazione migliore nel nostro lavoro è nel momento in cui la persona muove spontaneamente il corpo, come ha appena fatto lei”.
“Allora cosa dovrei fare?”
“Dovrebbe fare un’analisi di movimento completa, questo ci permette di capire perché il polso manifesta dolore, dopo di che lo trattiamo manualmente per ripristinare almeno il giusto equilibrio e tensione di tutto l’arto superiore”.
Lui mi rispose: “ Ma cosa c’entra tutto il braccio?”
Gli spiegai che nel lavoro che eseguo non esiste il dolore al polso, esiste una persona che manifesta dolore al polso. Pertanto la mia valutazione non è mai del solo punto di dolore, perché molto spesso la zona che genera il problema è lontana dalla zona in cui si manifesta.
Nonostante la spiegazione non era convinto, abituato com’era a una terapia sintomatica diretta, “male al polso pomata al polso”.
Per dimostrare con i fatti cosa è un’analisi di movimento passai all’azione e gli feci eseguire un movimento della spalla. Gli chiesi poi di muovere il polso sinistro, altrettanto facemmo con il lato destro.
Meravigliato esclamò:
“Non riesco a muovere il polso sinistro così come muovo il destro, in più sento dolore. Perché?
Cosa vuol dire?”.
“Vuol dire che il movimento di tutto l’arto non è libero, a partire dalla spalla!”.
“Come posso allora recuperare il movimento che mi manca? Anche perché il dolore si ripresenta se suono per molto tempo, e io faccio concerti”.
Ripetei:
“È necessario valutare nel dettaglio tutte le catene di lavoro dell’arto superiore, e trattare quelle in disfunzione con tecniche manuali utili a ripristinare il corretto movimento”.
Si convinse e mi chiese un appuntamento, presi l’agenda e concordammo trascrivendo ora e giorno sul biglietto di promemoria. Lo prese e nel guardarlo esclamò:
“Sono venuto per vendere pomate e esco con un appuntamento!”.
Volete sapere come è andata a finire? Il dolore si è risolto con un trattamento manuale e con indicazioni specifiche sul come utilizzare la spalla nel quotidiano. Non solo, oggi non crede più all’infiammazione come responsabile di tutti i dolori.
In più ha cambiato linea di prodotti, è passato a rappresentare un’azienda farmaceutica che produce integratori naturali. Siamo così diventati amici, oltre a suonare molto bene, ha riparato la mia vecchia chitarra, e quello del liutaio è il suo secondo mestiere.
Questa storia vuole dirvi che non denigro il potere curativo di pomate, creme e unguenti vari, ma solo che non ne conosco l’azione e tanto meno i risultati.
Se volete sapere l’efficacia di questi rimedi, chiedetelo a chi di dovere.
Professionalmente esercito con l’azione manuale e l’educazione al movimento.